Non stiamo battendo la fiacca, come abbiamo scritto nella precedente recensione attualmente abbiamo bisogno di far decantare la visione degli episodi di Supernatural prima di commentare. Si rivela più che mai vero per questo Supernatural 10×22: The prisoner.
Abbiamo già scritto la nostra posizione su questa decima stagione di Supernatural, ma la ribadiamo (e comunque sull’episodio in se non c’è poi molto da scrivere), giunti alla decima stagione non ci sentiamo di chiedere chissà cosa alla serie, siamo indulgenti, ma anche obiettivi (o ci proviamo), attualmente Supernatural ripropone situazioni e dinamiche già viste e il meglio che riesce a dare è qualche scena relativa a qualche personaggio davvero riuscita, a dimostrazione del fatto che se gli autori non sanno che inventarsi di nuovo gli attori sembrano ancora convinti del loro lavoro. Questo The Prisoner è stata la summa di questi aspetti, le dinamiche da deja vu, le due scene relative a due dei protagonisti che se avessimo recensito a caldo probabilmente avrebbero falsato troppo in positivo il nostro giudizio complessivo, a cui si aggiunge una scena, quella che più ci ha disturbato, che sa di buco di sceneggiatura, ma non ne siamo sicuri, dovremmo fare un rewatch di non sappiamo quanti episodi e, sarà poco professionale scriverlo, non ne abbiamo intenzione.
Abbiamo scritto spesso “riassumeremo l’episodio in tre righe” salvo poi impiegarne almeno trenta, stavolta diciamo: lo faremo in meno di dieci.
Dean è furioso con Sam per la morte di Charlie, gli dice che dovrebbe esserci lui a bruciare sulla pira funebre, poi va a caccia degli Styne da solo e gli ordina di smetterla col libro. Sam sta per farlo ma arriva la mail di Charlie con la chiave per decifrarlo e cambia idea. Quindi Sam prova a mantenere la sua parte dell’accordo, uccidere Crowley, ma non fa altro che rimettere in forma il Re dell’Inferno. Mentre Dean massacra gli Styne, Eldon Styne è al rifugio degli Uomini di Lettere per razziarlo e bruciare il resto, ma Dean torna fa fuori gli ultimi rimasti e poi dà una sonora battuta pure a Castiel.
Partiamo dalle cose positive di The Prisoner: Dean in versione macchina per uccidere è sempre uno spettacolo, nel momento in cui è partito a caccia di Styne da solo abbiamo saputo istantaneamente che per la potente e malefica famiglia era giunta la fine. Del resto come Dean osserva nel breve momento in cui sembra in loro potere, finché ha il Marchio di Caino addosso se lo ammazzano non fanno altro che farlo risorgere in modalità pienamente demone “se mi liberate, non me ne andrò, ma sarò ancora umano e quindi forse qualcuno di voi sopravviverà” in realtà pur rimanendo umano ammazza tutti lo stesso, persino un ragazzino occhialuto nato nella famiglia Styne per un puro caso sfortunato (ma innocente non era perchè per la sua vigliaccheria aveva già ceduto una prima volta all’imposizione di uccidere). Poco c’è mancato che Dean ammazzasse pure Castiel! Resta da chiarire in questa scena fino a che punto Castiel, che ora è tornato in modalità angelica a pieno potere, non abbia nemmeno provato a combattere, ci sembra di ricordare che la maledizione del Marchio è così forte da rendere almeno in parte immuni anche al potere di un angelo ma non che questi ultimi fossero del tutto impotenti, ma non è poi così importante, non era a questo a cui ci riferivamo, Castiel può benissimo aver scelto di non combattere il suo amico. Comunque davvero godibile questa parte perchè la caratteristica principale degli Styne era essere gente che ami veder morire. Godibile anche il particolare del colpo di pistola in testa quando sembrava che si preparasse un duro scontro, a noi è sembrata una citazione de I Predatori dell’arca perduta.
L’altra scena è quella che ci restituisce un Crowley che torna davvero ad essere il degno bloody king of hell, Sam gli tende un imboscata per onorare il suo patto con Rowena, lei l’ha fornito di un sacchetto della medicina da mettere addosso a Crowley, ma la cosa non va come pianificata, Crowley vomita un po’ di sangue e si rialza più forte e demoniaco di prima. Sbatacchia nemmeno troppo Sam, gli lascia un messaggio per la madre e poi lo risparmia solo per il gusto che lui sappia di essere vivo perchè l’ha risparmiato. Ovviamente quest’ultima parte non è che abbia tantissimo senso, ma del resto ti metti nella situazione di volere un Crowley a piena forza che si salva dal tentativo di ucciderlo di Sam e ovviamente non puoi far morire Sam, non è che ti rimangano molte alternative.
Sulle note dolenti di The Prisoner che sono le stesse già analizzate nel commento allo scorso episodio: una volta è Sam a essere destinato a morte certa e il fratello fa di tutto per salvarlo, la volta dopo le parti sono invertite. Dean fa ammazzare Kevin, Sam fa ammazzare Charlie. Come abbiamo detto non vogliamo tirarla lunga su questo aspetto, certo si poteva chiudere la serie prima ma si tratta di un business e non di arte pura (ammesso che esista o sia mai esistita) se la serie ancora rende come fai pensare che la chiudano finchè rende? Ci lasciano invece abbastanza stupiti i commenti di alcuni fan che vedono questa continua ripetizione di situazioni a parti invertite, anche Dean che ammazza di botte Castiel ne è un esempio, come qualcosa di positivo, quasi come la prova che se allora “era bello” come fai a dire che ora non lo è più se stiamo vedendo praticamente la stessa cosa? Ci sembra una logica paurosamente contorta ma lasciamo andare.
Infine la nota che sembra la più stonata: Eldon Styne e un altro tizio al rifugio degli Uomini di Lettere entrano con un calcio alla porta … Scusate ma in precedenza ci avevate fatto un pippone assurdo su come per Abaddon fosse difficilissimo entrare per via delle difese e due semplici umani potenziati che davanti ad Abaddon sono insetti entrano così? Vuol dire che le difese erano solo contro esseri soprannaturali? Se è così diteci che l’avevano già detto in precedenza, altrimenti per noi è una fastidioso buco di sceneggiatura. se vogliamo essere indulgenti nel non pretendere che si inventino più chissà cosa almeno pretendiamo attenzione nello scrivere e coerenza narrativa.
Giudizio complessivo sull’episodio: partendo dal nostro atteggiamento verso la serie molto buono, forse il migliore della stagione.
In valore assoluto una sufficienza, forse un discreto se quello appena esposto non è un errore di sceneggiatura.